Donne e sicurezza nelle città: cosa si può fare

città sicure per le donne
Pubblicato da Benedetta Calasso

Le donne non devono aver paura di uscire: le città sono abbastanza sicure? Dati, associazioni, cosa si può già fare e che cosa si potrebbe fare

Sono davvero innumerevoli le donne che hanno paura di uscire nelle nostre città, soprattutto se sole e di sera. Purtroppo ogni giorno si leggono notizie terribili rispetto a violenze e aggressioni che si svolgono per strada e che vedono le donne come vittime. Forse le nostre città non sono abbastanza sicure? Forse si potrebbe fare di più per evitare tutto questo? E’ assurdo che le donne debbano aver paura di lasciare casa per fare degli acquisti o recarsi in un luogo. Dovrebbero sentirsi tranquille per strada, a proprio agio, senza preoccupazioni.

La sicurezza in strada per le donne: realtà o percezione?

Partiamo con il raccontarvi che Andreola Florencia, insieme alla collega Azzurra Muzzonigro, ha fondato Sex and the City. Si tratta di un’associazione di promozione sociale che prende il nome dal famoso ed iconico film, che si occupa di capire come possono migliorare le città, come possono diventare più sicure per le donne. Quello che Andreola Florencia ha raccontato è che durante gli ultimi 30 anni le città sono diventate più sicure. Per assurdo però la percezione di insicurezza delle donne nei loro confronti è cresciuta. 

“Noi miriamo a progetti sul territorio che non si limitino a politiche securitarie, cioè l’aumento delle forze dell’ordine o delle telecamere, perché si è visto che non bastano. Un esempio è proprio la stazione Centrale di Milano, uno dei posti più militarizzati”.

Un altro aiuto fondamentale sarebbe quello di avere più gente in strada per le città, quindi servono anche maggiori attività commerciali aperte. In questo modo le donne che percepiscono paura vedono anche più persone a cui poter chiedere aiuto in caso di eventuale necessità.

Due esempi pratici: Vienna e Barcellona

Mentre ad oggi si sta cercando di mappare Milano, altre città hanno già iniziato questo progetto. In Europa gli esempi pratici sono Vienna e Barcellona.

“Esistono almeno due esempi virtuosi: Barcellona e Vienna, che applicano già l’ascolto delle minoranze di genere. Nella città catalana, per esempio, si organizzano delle camminate esplorative, con gruppi di donne che insieme agli amministratori locali percorrono un itinerario individuando le aree nelle quali si percepisce il disagio. A Vienna, invece, prima di qualsiasi progetto di riqualificazione della città si raccolgono dati analitici: per esempio, per realizzare interventi su strade, parchi o altro, si interpellano i cittadini per target di età, fascia sociale, tipo di attività (per esempio negozianti), coinvolgendo persino i senza tetto per arrivare a far sì tutti possano poi vivere l’area interessata, in sicurezza”

Ecco che cosa si potrebbe fare e cosa già si può fare per la sicurezza delle donne nelle città

Per aumentare la sicurezza nelle città per le donne, esiste innanzitutto: Donnexstrada. L’app è nata come un servizio di videochiamata per accompagnare le donne sole nel ritorno a casa e che ora sta per diventare una vera e propria App in grado di offrire ancora più servizi. Ci sono poi i Punti Viola. Si tratta di locali commerciali ai quali una donna in difficoltà può rivolgersi per cercare aiuto. Presto potrebbe arrivare anche il taxi sospeso. Come il caffè sospeso, permette di pagare anticipatamente il servizio a qualcuno che non può permetterselo piuttosto che far tornare la persona a casa a piedi, magari di notte, per strade tutt’altro che affollate.

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Informazioni sull'autore

Benedetta Calasso

Da sempre appassionata di musica, scrittura, spettacolo, fotografia e social ma non solo. Sono laureata in Scienze della Comunicazione. Scrivo articoli in giro per il web ma alla fine mi sono ritrovata anche tra gli scaffali delle librerie.