Dopo lo “schiaffo” dell’allenatore chiesta la sua radiazione ma la famiglia della giocatrice si schiera dalla sua parte

Pubblicato da Redazione

C’è chi chiede che l’allenatore venga radiato e chi lo difende: la famiglia della giocatrice si schiera dalla parte del mister

Sta facendo discutere da ormai un giorno, quello che è successo in un campo di basket. Il video, che per fortuna ha mostrato quanto accaduto, è diventato virale in pochissime ore e sono state migliaia le persone a chiedersi se davvero, sia possibile arrivare a tanto. Parliamo dello schiaffo che una giovanissime giocatrice di basket ha ricevuto da parte del suo allenatore per aver commesso un errore in campo. Si può punire così una ragazzina? Se lo stanno chiedendo in tantissimi: il mondo dello sport, i tifosi, migliaia di genitori che stentano a credere che qualcosa del genere sia davvero accaduto.

Andiamo ai fatti. E’ domenica, si sta svolgendo l’incontro di basket di serie B tra Basket Roma e Panthers Roseto, una gara spareggio per accedere alla A2. Una giocatrice esce dal campo, qualcuno sta facendo un video, da lontano e si vede che l’allenatore del Basket Roma, Luciano Bongiorno rifila uno scappellotto a una delle sue giocatrici, una diciassettenne, «colpevole» di aver commesso un errore nel finale del primo tempo. Un errore che ha permesso alle rivali abruzzesi di andare a +4. Il video è diventato virale in pochissimi minuti, tra gli altri, anche Selvaggia Lucarelli lo ha postato sui suoi social e molti altri giornalisti si sono schierati contro questo gesto. Indignazione che poi è arrivata anche nel mondo dello sport e delle donne.

Le parole dell’allenatore dopo che il video è diventato virale

L’allenatore, come spesso capita in questi casi, si è difeso: «Sono entrato in campo a gioco fermo per spronarla, con un linguaggio del corpo troppo violento e facendo un gesto che dalle immagini appare diverso da quello che in effetti è stato. Era solo una pacca sulla coda».

La famiglia della giocatrice dalla parte dell’allenatore

La madre della giovane coinvolta ha scritto spontaneamente alle rivali: «Sono molto amareggiata dal fatto che le immagini dell’episodio di ieri stiano facendo il giro del web. Mia figlia è molto tranquilla, e questo è quello che conta per me. Conosciamo Luciano da quando lei aveva 6 anni, età in cui ha iniziato l’attività di minibasket, abbiamo un ottimo rapporto e lui per mia figlia è come un secondo papà. Ci siamo confrontati su quanto accaduto convenendo che non sono gesti belli da vedere, e possono essere fraintesi da chi non conosce il rapporto che c’è tra di noi».

Le reazioni dopo lo schiaffo dato alla giovane giocatrice di basket

Differenza Donna e Assist (Associazione nazionale Atlete) sono intervenute, con una nota, per chiedere «l’immediato intervento del Presidente della Federazione Pallacanestro, Giovanni Petrucci, e del presidente del Coni Giovanni Malagò, perché Bongiorno venga immediatamente radiato e non abbia più modo di esercitare la professione di allenatore».

Luisa Garribba Rizzitelli, presidente di Assist, ha spiegato: «Quando abbiamo progettato “Fair coaching” insieme alla Lega Volley, volevamo formare gli allenatori e allenatrici ad un comportamento corretto; quando abbiamo presentato il servizio SAVE, in collaborazione con Differenza Donna Aps, contro molestie ed abusi nello sport , qualcuno diceva che era esagerato, che non ce n’era bisogno. Quello che vedete nel video è accaduto ieri, su un campo di gioco italiano». La Rizzitelli ha spiegato che in questi casi non si deve mai scegliere il silenzio, che chi lo fa è complice di un sistema che deve essere necessariamente riformato.

Sulla stessa lunghezza d’onda Differenza Donna, che attraverso la presidente Elisa Ercoli sottolinea: «È evidente che questo gesto non rappresenta lo Sport e ciò che esso significa per la crescita di tutti e tutte. Non è sport, ma è violenza».

Il gesto dell’allenatore è stato criticato anche dal Basket Roma che ha diffuso una nota via Facebook: «Il gesto che si vede nelle immagini che stanno facendo il giro del web è un gesto deplorevole che non fa parte minimamente del modo di educare e allenare tutti i nostri ragazzi e si scusa per quanto avvenuto, in primo luogo con l’atleta e la sua famiglia, dei quali chiediamo di rispettare la privacy».

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