Che cos’è la diastasi addominale: sintomi e cura

che cos'è la diastasi addominale
Pubblicato da Redazione

Tutto quello che dobbiamo sapere sulla diastasi addominale: dai sintomi alla cura agli esercizi per stare meglio

La diastasi addominale è una condizione caratterizzata dalla separazione dei muscoli retti addominali, che si trovano sulla parte anteriore dell’addome. In condizioni normali, questi muscoli sono uniti al centro da una striscia di tessuto connettivo chiamata linea alba, ma quando questa striscia viene allungata o indebolita, i muscoli possono separarsi.

La diastasi addominale è spesso associata alla gravidanza, poiché la crescita del feto può esercitare pressione sull’addome e causare la separazione dei muscoli. Tuttavia, la condizione può verificarsi anche in persone che non sono incinte, ad esempio a seguito di un aumento di peso rapido, un’attività fisica intensa o in persone che svolgono lavori che richiedono uno sforzo fisico costante. La diastasi addominale può colpire anche l’uomo.

I sintomi della diastasi addominale possono includere un rigonfiamento dell’addome, dolore alla schiena e difficoltà nel mantenere una buona postura. La diagnosi viene solitamente effettuata attraverso l’esame fisico da parte di un medico specialista, ma in alcuni casi possono essere richiesti ulteriori esami, come una ecografia o una tomografia computerizzata.

Il trattamento della diastasi addominale può includere esercizi specifici per rafforzare i muscoli addominali, l’utilizzo di dispositivi di sostegno come le fasce addominali, e in alcuni casi può essere consigliato un intervento chirurgico per riparare la separazione dei muscoli.

Quali sono i sintomi della diastasi addominale

I sintomi della diastasi addominale possono variare da persona a persona e possono anche dipendere dalla gravità della separazione dei muscoli. Tra i sintomi più comuni della diastasi addominale ci sono:

  1. Rigonfiamento dell’addome: una separazione dei muscoli addominali può causare un rigonfiamento dell’addome, che può apparire come una protuberanza o una “pancia” prominente.
  2. Dolore: la diastasi addominale può causare dolore alla schiena, all’addome o alla pelvi. Il dolore può essere acuto o sordo e può peggiorare con l’attività fisica.
  3. Problemi di postura: una separazione dei muscoli addominali può influire sulla postura, rendendo più difficile mantenere una postura eretta e causando una maggiore curvatura della schiena.
  4. Problemi di digestione: alcuni pazienti con diastasi addominale possono sperimentare problemi di digestione come gonfiore, gas, stitichezza o diarrea.
  5. Difficoltà nel sollevare oggetti pesanti: la diastasi addominale può rendere difficile sollevare oggetti pesanti o eseguire attività fisiche che richiedono sforzo fisico.

È importante sottolineare che molti di questi sintomi possono essere presenti anche in altre patologie addominali, per cui è importante consultare un medico se si sospetta di avere una diastasi addominale. In caso di diastasi addominale confermata, il medico può consigliare un piano di trattamento personalizzato in base alla gravità dei sintomi e alla causa della diastasi addominale.

Come viene classificata la diastasi addominale

La diastasi addominale può essere classificata in base alla sua gravità, alla larghezza della separazione dei muscoli addominali, alla posizione e alla causa. Ecco alcuni modi in cui la diastasi addominale può essere classificata:

  1. Gravità: la diastasi addominale può essere classificata in lieve, moderata o grave a seconda della larghezza della separazione dei muscoli addominali e della presenza o meno di sintomi.
  2. Larghezza: la separazione dei muscoli addominali può essere misurata in centimetri e classificata in base alla larghezza della diastasi. Generalmente, una separazione di meno di 2 cm viene considerata normale, mentre una separazione di oltre 2 cm viene considerata una diastasi addominale.
  3. Posizione: la diastasi addominale può essere classificata in base alla posizione della separazione dei muscoli addominali. Ad esempio, la separazione può essere localizzata nella parte superiore dell’addome (sopra l’ombelico), nella parte inferiore dell’addome (sotto l’ombelico) o nell’intera lunghezza dei muscoli addominali.
  4. Causa: la diastasi addominale può essere classificata in base alla sua causa. Ad esempio, la diastasi addominale può essere causata dalla gravidanza, dall’aumento di peso rapido, dall’attività fisica intensa, da un’ernia o da una chirurgia addominale.

La classificazione della diastasi addominale può aiutare il medico a determinare il tipo di trattamento più appropriato per il paziente. In genere, le diastasi addominali lievi possono essere trattate con esercizi specifici per i muscoli addominali, mentre le diastasi addominali più gravi possono richiedere un trattamento chirurgico.

La diastasi addominale, in particolare, in base alla dimensione, viene classificata in:

  • diastasi di grado lieve, inferiore a 3 centimetri;
  • diastasi di grado moderato, tra i 3 e i 5 centimetri;
  • diastasi di grado severo, maggiore a 5 centimetri.

La diastasi addominale dopo il parto: cosa sappiamo

La diastasi addominale è una condizione comune che può verificarsi dopo la gravidanza, soprattutto nelle donne che hanno avuto più gravidanze o che hanno portato in grembo gemelli o feti di grandi dimensioni. Durante la gravidanza, il feto in crescita esercita una pressione sull’addome, che può causare una separazione dei muscoli retti dell’addome, che sono i muscoli addominali principali. In particolare, l’aumento dei livelli di ormone relaxina durante la gravidanza può indebolire i tessuti connettivi nell’addome, rendendoli più suscettibili alla separazione.

Dopo il parto, i muscoli addominali possono avere difficoltà a tornare alla loro posizione originale a causa della separazione che si è verificata durante la gravidanza. Inoltre, il muscolo trasverso dell’addome, che è il muscolo più profondo dell’addome, può anche essere indebolito durante la gravidanza e il parto, contribuendo alla diastasi addominale.

La diastasi addominale post-partum può essere accentuata da fattori come l’aumento di peso durante la gravidanza, una cattiva postura o la mancanza di attività fisica durante il periodo post-partum. È importante sottolineare che la diastasi addominale post-partum non è una condizione patologica grave, ma può causare disagio e limitare la capacità del corpo di svolgere attività fisiche.

La diastasi addominale può causare diversi sintomi e avere diverse conseguenze a seconda della gravità della separazione dei muscoli addominali e della presenza di altri fattori concomitanti. Alcune conseguenze della diastasi addominale possono includere:

  1. Debolezza addominale: la separazione dei muscoli addominali può rendere i muscoli deboli e meno capaci di supportare la colonna vertebrale e le viscere addominali.
  2. Dolore: la diastasi addominale può causare dolore addominale, lombare o pelvico, in particolare durante attività che richiedono uno sforzo fisico.
  3. Problemi di postura: la diastasi addominale può influire sulla postura, provocando una sporgenza addominale o una curvatura eccessiva della colonna vertebrale.
  4. Problemi digestivi: la diastasi addominale può causare una compressione dei visceri addominali, che può contribuire a problemi digestivi come la stitichezza.
  5. Problemi estetici: la diastasi addominale può provocare un rigonfiamento dell’addome, che può essere visibile e influire sull’aspetto estetico. Può infatti provocare la comparsa di una rientranza longitudinale lungo l’addome.

In alcuni casi, la diastasi addominale può essere associata ad altre condizioni come l’ernia o la prolapsologia, che richiedono un trattamento medico specifico.

Come si diagnostica la diastasi addominale

La diastasi addominale può essere diagnosticata tramite un esame fisico, che può essere eseguito dal proprio medico o da un fisioterapista specializzato in riabilitazione post-partum.

Durante l’esame, il professionista medico eseguirà una serie di test per valutare la forza e la tensione dei muscoli addominali, nonché la presenza e l’ampiezza della separazione tra i muscoli retti dell’addome.

Uno dei test più comuni per diagnosticare la diastasi addominale è il test di separazione dei muscoli retti dell’addome, che viene eseguito in posizione supina, con le ginocchia flesse e i piedi appoggiati a terra. Durante il test, il professionista medico posizionerà le dita a livello dell’ombelico e chiederà al paziente di sollevare la testa e le spalle da terra, mentre espira. In questo modo, sarà possibile valutare l’ampiezza della separazione dei muscoli addominali.

In alcuni casi, il professionista medico potrebbe anche eseguire un’ecografia dell’addome per valutare la presenza e la gravità della diastasi addominale. È importante sottolineare che la diastasi addominale può essere presente anche senza sintomi evidenti, quindi è consigliabile sottoporsi a un esame fisico dopo il parto, in particolare se si manifestano sintomi come debolezza addominale o dolore. Inoltre, se si sospetta la presenza di altre condizioni, come l’ernia, può essere necessario sottoporsi ad ulteriori test diagnostici.

Come si cura la diastasi addominale

come si cura

La diastasi addominale può essere curata attraverso un approccio multimodale che include esercizi specifici per i muscoli addominali, fisioterapia e, in alcuni casi, interventi chirurgici. Di seguito sono riportati alcuni dei trattamenti comuni per la diastasi addominale:

  1. Esercizi specifici: gli esercizi specifici per i muscoli addominali possono aiutare a rinforzare i muscoli e a ridurre la separazione tra i muscoli retti dell’addome. Gli esercizi possono includere esercizi di contrazione degli addominali, esercizi di respirazione diaframmatica e esercizi di stabilizzazione della colonna vertebrale.
  2. Fisioterapia: la fisioterapia può aiutare a migliorare la postura e la biomeccanica del corpo, ridurre il dolore e migliorare la forza muscolare. Un fisioterapista specializzato in riabilitazione post-partum può aiutare a sviluppare un programma di esercizi personalizzato per aiutare a trattare la diastasi addominale.
  3. Corsetti addominali: i corsetti addominali possono aiutare a ridurre la separazione dei muscoli retti dell’addome e a sostenere i muscoli addominali durante l’attività fisica.
  4. Chirurgia: in alcuni casi, l’intervento chirurgico può essere raccomandato per correggere la diastasi addominale. La chirurgia viene generalmente considerata solo se gli altri trattamenti non sono riusciti a risolvere il problema o se la diastasi addominale è molto grave.

In generale, è importante evitare attività che possano peggiorare la diastasi addominale, come gli esercizi che sollecitano eccessivamente i muscoli addominali o sollevano pesi. Consultare un medico o un fisioterapista esperto in riabilitazione post-partum può aiutare a sviluppare un piano di trattamento personalizzato per la diastasi addominale. Va detto che, in merito agli esercizi, alcuni medici spiegano che l’attività fisica per rinforzare i muscoli addominali non serve a migliorare la diastasi addominale, ma anzi in alcuni casi può persino peggiorare e portare a un’ipertrofia dei muscoli che già lavorano male. Per cui è sempre bene rivolgersi a uno specialista prima di prendere una qualsiasi decisione.

Come si interviene chirurgicamente per combattere la diastasi addominale

L’intervento chirurgico per la diastasi addominale consiste in una procedura chirurgica che mira a riparare la separazione dei muscoli retti dell’addome. L’intervento chirurgico viene generalmente considerato solo se gli altri trattamenti non sono riusciti a risolvere il problema o se la diastasi addominale è molto grave.

Esistono diversi approcci chirurgici per la diastasi addominale, ma il più comune è la sutura dei muscoli retti dell’addome. Durante l’intervento chirurgico, il chirurgo esegue un’incisione nell’addome e sutura i muscoli retti dell’addome insieme, riducendo così la separazione.

L’intervento chirurgico per la diastasi addominale può essere eseguito in modo tradizionale, con un’incisione più grande, o in modo minimamente invasivo, con l’uso di una telecamera e strumenti chirurgici miniaturizzati inseriti attraverso piccole incisioni. L’intervento chirurgico minimamente invasivo può avere un periodo di recupero più breve e meno dolore postoperatorio rispetto all’intervento chirurgico tradizionale. In genere ci vogliono 3-4 giorni per il recupero e per un mese circa, si dovrà poi indossare una pancera. Ma queste sono indicazioni generali.

È importante sottolineare che l’intervento chirurgico per la diastasi addominale è un’opzione solo in casi selezionati e dovrebbe essere eseguito solo da un chirurgo esperto con esperienza in questa procedura. Il chirurgo valuterà la gravità della diastasi addominale e determinerà se l’intervento chirurgico è appropriato per il paziente.

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