La paresi del settimo nervo facciale: è la paralisi di Bell

Pubblicato da Federica Gatti

Che cos’è la paralisi di Bell? La paresi del settimo nervo facciale è molto più frequente di quello che si può immaginare

La paresi del settimo nervo facciale, comunemente nota come paralisi di Bell, rappresenta una condizione medica che colpisce la muscolatura facciale, portando a debolezza o paralisi temporanea di una parte del viso. Questa patologia interessa il nervo facciale, il quale gioca un ruolo cruciale nel controllo dei movimenti muscolari del viso, inclusi quelli necessari per esprimere emozioni, parlare e mangiare. La comprensione delle cause, dei sintomi, delle opzioni di trattamento e delle prospettive future può fornire un sostegno significativo a chi ne è affetto. In queste ore se ne sta parlando molto, dopo che Simona Ventura è andata in onda nella diretta di Citofonare Rai 2 con questo problema, spiegando al pubblico che segue il programma, che si sta curando.

Avrebbe potuto fermarsi ma ha deciso di rispettare il suo impegno lavorativo, presentandosi comunque in tv per condurre insieme a Paola Perego la trasmissione.

Paralisi di Bell: cause e fattori di rischio

La paralisi di Bell si verifica quando il settimo nervo facciale si infiamma. Sebbene la causa esatta rimanga spesso sconosciuta, alcuni studi suggeriscono un’associazione con infezioni virali, come il virus dell’herpes simplex. I fattori di rischio includono la gravidanza, il diabete, e una recente infezione respiratoria superiore.

I sintomi della paralisi di Bell

I sintomi della paresi del settimo nervo facciale possono variare da una leggera debolezza a una paralisi completa del viso e tendono a manifestarsi improvvisamente. I segnali più comuni includono:

  • Debolezza o paralisi su un lato del viso, che può rendere difficile chiudere l’occhio o sorridere
  • Dolore intorno all’orecchio sul lato affetto, pochi giorni prima degli altri sintomi
  • Aumento della sensibilità ai suoni nel lato affetto
  • Difficoltà a mangiare e a bere

Paralisi di Bell: Diagnosi

La diagnosi della paresi del settimo nervo facciale si basa principalmente sull’esame fisico e sui sintomi riportati dal paziente. Test supplementari, come l’elettromiografia (EMG) o la risonanza magnetica (MRI), possono essere utilizzati per escludere altre cause di paralisi facciale.

Paralisi di Bell: trattamento

Il trattamento mira a ridurre l’infiammazione del nervo facciale e a proteggere l’occhio dall’asciugamento. Gli steroidi, come il prednisone, sono comunemente prescritti per ridurre l’infiammazione. In alcuni casi, possono essere raccomandati farmaci antivirali. È essenziale anche la protezione dell’occhio attraverso l’uso di colliri lubrificanti o un bendaggio notturno.

Prognosi

La maggior parte delle persone affette da paresi del settimo nervo facciale inizia a notare un miglioramento dei sintomi entro tre settimane dal trattamento. La completa guarigione può richiedere da tre a sei mesi, e in alcuni casi, i pazienti possono sperimentare una ripresa completa senza trattamento. Tuttavia, in una piccola percentuale di casi, possono rimanere alcune sequele permanenti, come la sincinesia facciale, ovvero movimenti involontari dei muscoli facciali.

Paralisi di Bell: si guarisce

La paresi del settimo nervo facciale può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di un individuo, influenzando non solo l’aspetto fisico ma anche la capacità di esprimere emozioni e di svolgere attività quotidiane. Tuttavia, con una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato, la maggior parte delle persone può aspettarsi una buona ripresa. La ricerca continua a concentrarsi sulle cause sottostanti e sulle nuove strategie di trattamento, promettendo migliori esiti per i pazienti in futuro. Ed è proprio quello che ha confermato Simona Ventura, dicendo che la sua paralisi è stata causata dal freddo ma che si sta curando e che presto tornerà come prima!

Informazioni sull'autore

Federica Gatti

La mia passione per i felini è cosa nota come anche la mia passione per la scrittura . Se posso dare un contributo voglio farlo con le parole, quelle che batto ogni giorno sulla tastiera del mio PC. Non ho un tema, non ho un argomento preferito: scrivo quello di cui mi piace e di cui posso parlare. Se lo faccio, un motivo ci sarà