Ad oggi il tema della violenza sulle donne è senza ombra di dubbio un argomento di cui si parla spesso ma evidentemente ancora non abbastanza da eliminare del tutto questo terribile fenomeno. In queste ultime ore è arrivato un progetto proprio per aiutare e sostenere le donne maltrattate. Ad averci pensato sono stati dei ragazzi molto giovani, degli studenti del liceo Cardarelli di La Spezia che lo hanno tradotto in ben sei lingue per coinvolgere davvero ogni donna che ha bisogno di aiuto. Di che cosa si tratta? Di biglietti da visita anonimi su cui sono riportati semplicemente dei nomi di donna. Da sempre sosteniamo l’importanza di una educazione sentimentale che parta proprio nelle scuole, perchè dei ragazzi e delle ragazze educati all’amore, possono essere in grado di distinguere gli amori tossici, gli amori morbosi, le relazioni pericolose. E questo progetto, che è stato pensato dai giovanissimi, ci fa ben sperare per le nuove generazioni. Proprio oggi il progetto HELP è stato premiato oggi dalla prefetta Maria Luisa Inversini.
Ma vediamo dei dettagli.
Il progetto per le donne dei liceali, i biglietti da visita: quello che c’è da sapere
Ad ogni biglietto da visita a cui hanno pensato i ragazzi è associato il numero di telefono di un centro antiviolenza, a cui le donne maltrattate possono quindi chiamare per rivolgersi e chiedere aiuto. Il liceo in questione ha curato una campagna comunicativa proprio con lo scopo di sensibilizzare tutti sul terribile e triste fenomeno della violenza di genere. E proprio così sono stati proclamanti vincitori del progetto Marco Livolsi e Angelica Pisculli dei ragazzi del quinto superiore. Gli studenti hanno deciso di andare a creare una serie di locandine che i cittadini di La Spezia potranno poi trovare sparsi per la loro città. Negli studi medici e nelle farmacie in particolar modo. Come dicevamo però i giovani hanno anche pensato ad una versione con volantini e biglietti da visita.
Sull’ANSA si leggono anche le parole dei due studenti che sono risultati vincitori del progetto. “Questo progetto ha fatto maturare in noi il senso di appartenenza alla comunità e di vicinanza alle fasce più deboli” hanno così detto i giovanissimi studenti del liceo. “Non volevamo mortificare ulteriormente la figura della donna, quindi abbiamo scelto immagini che fossero di impatto, ma suggerissero anche l’idea di una rivalsa nei confronti della violenza stessa” hanno poi aggiunto.
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