Paola Barale a Le Iene, la maternità surrogata in Ucraina

Pubblicato da Benedetta Calasso

La maternità surrogata in Ucraina, Paola Barale e Gaston Zama de Le Iene si fingono una coppia e documentano come funziona

Durante l’ultima puntata de Le Iene è andato in onda un lungo ed interessante servizio di Gaston Zama che, insieme a Paola Barale, è andato in Ucraina per parlare della maternità surrogata. Infatti, nonostante la guerra in atto, l’Ucraina continua ad essere uno dei Paesi con più nascite tramite la gestazione per altri, seconda solo all’America. Zama e la Barale si sono dunque finti fidanzati per fare una documentazione vera e propria intorno a questo tema e, con telecamere nascoste, hanno dimostrato come funziona…

Prima ancora di arrivare a Kiev, Paola e Gaston si sono informati sulla maternità surrogata in Ucraina scoprendo, tra le altre cose, che le madri surrogate percepiscono un compenso, che l’intero processo viene a costare intorno ai 100mila euro e che le coppie che possono accedere alla maternità surrogata devono essere per forza etero e sposate.

La maternità surrogata in Ucraina: il servizio de Le Iene con Paola Barale

Arrivati in Ucraina, Paola Barale e Gaston Zama hanno trovato anche tutti i segni della guerra in corso che, a confronto di altre città rispetto a Kiev, è comunque nulla. I due inviati si sono quindi recati presso una prima clinica, la Biotexcom, per fare un’intervista televisiva. Qui, il medico ha detto che sono tanti i Paesi che si rivolgono a loro, anche gli italiani lo fanno. Successivamente però, Paola e Gaston sono andati in altre cliniche come se fossero una normale coppia che non può avere figli in quanto la Barale ha un’età che non le permette di diventare mamma.

Al primo appuntamento, essendo Paola in menopausa, il dottore ha spiegato che l’unica alternativa era proprio la maternità surrogata, con l’utilizzo degli ovuli di una donatrice. Il programma inizia dunque con la scelta di una mamma surrogata (che si può scegliere tramite quelle disponibili per la clinica oppure rivolgendosi ad un’agenzia). La donna può essere incontrata dalla coppia. Esistente un vero e proprio catalogo di madri con tutte le informazioni su ognuna di loro. Dopo la scelta della coppia, alla mamma verranno fatti degli esami e dei test per superare la selezione. Dopo la conferma, alla madre verrà fatta una terapia ormonale per prepararla al trasferimento degli embrioni. Verrà scelta una donna diversa per la donazione perché altrimenti sarebbe geneticamente suo figlio. In questo caso la donatrice dovrà assomigliare a Paola, la futura mamma del bambino. Quindi dovrà avere la stessa altezza, lo stesso peso, lo stesso gruppo sanguigno e così via. L’ovulo sarà poi fecondato con lo sperma del vero padre del bambino (in questo caso specifico).

E quando il bambino nascerà? Il medico di questa prima clinica ha spiegato che il bambino potrà essere subito preso dalla coppia in quanto i documenti per l’espatrio saranno già pronti al momento della nascita. Successivamente, alla Barale e al suo finto compagno, vengono fatti compilare una serie di documenti e ovviamente viene affrontato anche il tema del costo. Il prezzo va dai 16 ai 20mila euro. Nella trattativa vengono poi aggiunti una serie di costi da dover coprire come, ad esempio, circa 500 euro al mese per il cibo della madre surrogata. Così si arriva facilmente ai 30mila euro. Qui vanno ad aggiungersi pure le varie spese notarili. Alla coppia è stato chiarito che è necessario il matrimonio, senza non si può fare niente. Considerando che Paola e Gaston si sono finti una coppia non sposata, in questo caso vanno anche ad ammontare i costi delle nozze.

Il matrimonio è obbligatorio e questo è stato chiarito anche presso una seconda clinica dove i due inviati de Le Iene si sono recati. In questa sede però è stata proposta una soluzione: non sposarsi ma Paola stessa dovrà essere la madre surrogata. Un’opzione fattibile se lo stato di salute della donna è compatibile con tutta la prassi. In questo caso, la Barale non potrà partorire naturalmente per l’età ma dovrà fare il cesareo. Ovviamente se così fosse gli embrioni sarebbero portati direttamente nell’ovulo di Paola e, con degli ormoni, l’organismo della donna tonerebbe all’epoca di quando aveva il ciclo, tanto che le tornerebbero le mestruazioni. In questo modo l’utero si preparerà ad accogliere l’embrione e di conseguenza Paola potrà avere il bambino in grembo. La dottoressa della seconda clinica ha spiegato alla coppia che è possibile scegliere il sesso del nascituro, si può persino scegliere di avere due gemelli anche se lei non lo consiglia. Per essere seguita dalla dottoressa durante l’intera fase della gravidanza, la Barale dovrebbe stare in Ucraina. In caso contrario, dovrebbe inviare alla dottoressa tutti i risultati dei vari controlli dall’Italia. Nel caso in cui il parto avvenisse in Italia, quindi, si eviterebbero anche le pratiche burocratiche. I costi sarebbero dimezzati. Al contrario, alla madre surrogata questa clinica dona anche un affitto di un appartamento vicino ma i costi ammontano sempre alla coppia.

In ogni clinica visitata dalla coppia, all’uomo è riservata una stanza con bagno e televisore. Inoltre, è stato spiegato che alle madri surrogate viene fatto un test psicologico e dovranno essere seguite da una clinica psichiatrica. Cosa a cui invece non dovrà sottoporsi la coppia.

Alla finta coppia sono stati illustrati dei casi in cui sia la coppia che la mamma surrogata hanno cambiato idea e cioè non volevano più il bambino. Nel primo caso il piccolo è finito in orfanotrofio. Nel secondo caso la madre si è rifiutata di dare il bambino. Per questo motivo, alcune cliniche preferiscono il pagamento dopo la rinuncia della madre surrogata, per essere protetti.

In una ennesima clinica, a Paola e a Gaston è stato spiegato che in Ucraina è vietato conoscere la donna donatrice dell’ovulo. Questa infatti deve rimanere sempre anonima, nonostante sia catalogata con tutte le informazioni dettagliate. E’ comunque possibile che possano servire più tentativi prima che il risultato sia positivo. Una delle sedi ha illustrato alla coppia che un programma con due tentativi di trasferimento ha un prezzo di 46700 euro, totale con tutti i costi accessori.

In una clinica presso cui si sono recati, i toni sono stati diversi tant’è che la eventuale donatrice è stata mostrata direttamente con una foto sul cellulare, senza alcuna informazione come nelle altre. Alla coppia è stato persino richiesto di decidere subito, entro quindi minuti. Un atteggiamento sicuramente poco professionale rispetto alle altre cliniche…

Vicino al confine russo, hanno poi incontrato il direttore della della clinica Fleskov. Il colloquio in questo caso era ripreso dalle telecamere in quanto c’erano state delle esperienze precedenti che hanno portato all’attuazione di questa tecnica di prevenzione…

Informazioni sull'autore

Benedetta Calasso

Da sempre appassionata di musica, scrittura, spettacolo, fotografia e social ma non solo. Sono laureata in Scienze della Comunicazione. Scrivo articoli in giro per il web ma alla fine mi sono ritrovata anche tra gli scaffali delle librerie.