L’Halftime di Jennifer Lopez è il riscatto di una diva troppo spesso snobbata

Pubblicato da Filomena Procopio

Jennifer Lopez in Halftime racconta come dopo 20 anni di carriera ancora, sia una attrice e una cantante poco apprezzata negli Usa e forse, anche un po’ snobbata

E’ disponibile nel catalogo di Netflix Halftime, il docu-film pensato e voluto da Jennifer Lopez che ci racconta dei mesi in cui ha preparato il suo show per il Super Bowl che l’ha vista protagonista, prima che il covid scoppiasse in tutto il mondo, insieme a Shakira nel 2020. Ma il racconto che Jennifer Lopez sceglie di fare non è quello di una popstar mondiale che racconta il come si arriva a ottenere quel risultato e il perchè di alcune scelte . E’ un racconto che affonda le sue radici nella Jennifer che adolescente, crede di poter vivere il sogno americano, quello per cui la sua famiglia ha lasciato il Portorico alla volta di New York. Molto presto però Jennifer scoprirà che, nonostante una carriera che sorride, film e successi musicali, essere una latina, cambia tutto. Halftime è il racconto di un’altra Jennifer, quella che si apre, quella che mostra le sue fragilità e anche le sue lacrime. Una donna, una mamma, una star, una diva. Ma negli Stati Uniti troppo spesso una “perfomer” con un lato B importante, delle curve, dei fidanzati troppo ingombranti. Se nel mondo la Loper è una icona, da oltre 300 milioni di follower su Instagram, in quel paese in cui lei ha lottato per essere una numero 1, per realizzare il suo sogno americano, non riesce mai ad arrivare dove vorrebbe. Lo dimostrano il Grammy mai vinto e quella candidatura all’Oscar mai arrivata. Eppure era lì, a un soffio. Non è arrivata. Ci credevano tutti, persino gli stessi media per che anni le hanno dato contro, che hanno regalato copertine su copertine a J-Lo, troppo spesso per le sue relazioni, per i suoi look, per le sue canzoni, mai per quel sogno che avrebbe voluto veder realizzato. Un riconoscimento, quella candidatura all’Oscar, che avrebbe potuto significare tanto per lei, per chi lavora da oltre 20 anni al suo fianco, per tutto il popolo di latini americani che in qualche modo, resta comunque a guardare mentre i “bianchi” vincono i premi. Una questione anche razziale si, inutile negarlo. Colore di pelle, paese di nascita. Ed è per questo che Jennifer Lopez non si è mossa di un solo passo, quando a poche ore dal Super Bowl, dal suo Halftime, le hanno chiesto di cancellare quelle gabbie, le gabbie che dovevano ricordare di tutti gli immigrati separati dai loro figli, rinchiusi come delle bestie. Nel 2014, in una sua intervista, Jennifer Lopez diceva che avrebbe continuato a parlare di amore nelle sue canzoni, perchè la politica non le interessava. Ma nel 2020, con tutto quello che stava succedendo durante il periodo di presidenza di Donald Trump, la popstar ha capito che avrebbe dovuto dare un messaggio molto più forte, che andasse anche oltre la politica. Perchè l’umanità non si compra con i voti, e in quelle gabbie, a pochi passi da chi ha realizzato il sogno americano, c’erano essere umani.

 Oggi Jennifer Lopez ha una nuova consapevolezza, la stessa che l’ha portata a volere Le Ragazze di Wall Street. Per rovesciare costrutti, per lanciare messaggi ai maschi di Hollywood e agli uomini e di tutto il mondo. Anche per questo motivo, avrebbe voluto quell’Oscar. Non solo un riscatto personale, dopo 20 anni in cui è stata ampiamente snobbata negli States ( gli articoli del giorno successivo alla mancata candidatura raccontavano tutti questa storia), ma anche un messaggio da lanciare nel 2020, era di donne che hanno da dire, era di donne che se unite insieme, devono e possono cambiare il mondo.

A quanto pare per una donna, è sempre più difficile dimostrare di essere qualcuno. Lo ribadisce al minuto zero in Halftime Jennifer Lopez, ricordando che bisogna sempre dimostrare, mai commettere un passo falso, perchè una donna, deve essere presa sul serio. Non a caso, il documentario si chiude mostrandoci anche un altro lato di Jennifer Lopez, imprenditrice tra donne imprenditrici e donne comuni. E poi i numeri, quelli che ci ricordano che anche senza un Oscar, Jennifer Lopez resterà nella storia delle celebrità per tutto quello che ha fatto.

A 50 anni, è arrivato il momento per Jennifer Lopez, di una nuova consapevolezza che l’ha portata a capire che adesso è il tempo. Il tempo per dire, fare, disfare. E’ il suo Halftime. “Per tutta la vita ho combattuto, lottato per essere ascoltata, vista, presa sul serio. E ora ho questa incredibile opportunità di mostrare al mondo chi sono… cosa dirò?” è il dubbio che attanaglia Jennifer Lopez mentre prepara la sua esibizione al Super Bowl. Oggi siamo qui a parlarne e forse, possiamo dire, che ha fatto centro. Due anni dopo, rivedendo quell’esibizione, da brividi, si riflette ancora. Oggi negli Usa si chiedono come mai, non abbia iniziato prima a parlare di queste tematiche o persino come mai non abbia rifiutato di partecipare al SuperBowl quando le hanno detto che sarebbe stata ospite insieme a Shakira ( in Halftime si sottolinea che essendo entrambe latine, allora servano due di loro per fare un super ospite). Ancora una volta il lavoro di J-Lo finisce sotto inchiesta e convince a metà, almeno negli Usa, lo stesso posto che per lei resta comunque, casa.

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Filomena Procopio

Redattrice web per passione e per lavoro. Una grande storia d'amore con il mondo della scrittura online che non è mai finita! Dal mondo dello spettacolo, al gossip, allo sport: tutto fa notizia!

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