Ancora una volta una questione di rispetto, ancora una volta una giovane donna uccisa. Le notizie che arrivano in Europa raccontano di un’altra ragazza uccisa in Iran. Aveva 16 anni Mahak Hashemi. Oggi la stampa di tutto il mondo racconta la sua storia. Sarebbe stata uccisa perchè non indossava il velo. Aveva scelto di usare un normale cappellino da baseball, un cappello che sarebbe stata la sua condanna a morte. La storia di questa giovanissima ragazza iraniana, è stata raccontata anche sui social. Secondo le ricostruzioni dell’attivista iraniana Masih Alinejad, il regime ha anche chiesto un riscatto alla famiglia per restituirle il corpo della 16enne.
Secondo quanto si legge su tutti i media, la ragazza sarebbe morta a Shiraz, la sua città, nel sud dell’Iran, per le percosse subite dagli agenti di sicurezza perché usciva da settimane senza velo: nel pieno della ribellione indossava al suo posto un berrettino da baseball. Per Mahak, doveva essere un gesto dal valore simbolico, a supporto della rivoluzione in corso nel suo Paese, quella dei giovani contro il regime e in memoria di un’altra giovane uccisa, Mahsa Amini.
Hashemi è la vittima numero 416 tra tutti coloro che protestano contro il regime. Il 24 novembre è uscita da casa senza farvi più ritorno. È morta irriconoscibile, col volto deturpato dalle botte della polizia e la schiena spezzata dalle bastonate. Le autorità ne hanno proibito il funerale.
La sedicenne, secondo quanto raccontano i giornali di tutto il mondo che si stanno occupando di questa storia, viveva già orfana di madre, con il padre e due sorelle minori di cui si occupava. Era sparita per 48 ore. Poi a casa arriva la telefonata, il padre deve recarsi in obitorio per riconoscere due cadaveri senza nome, e uno era quello della sua Mahak. Sarebbe stata uccisa perchè aveva scelto di manifestare, indossando appunto il cappellino.
La polizia iraniana, però, sostiene che Hashemi sia morta in un incidente e ha pubblicato alcune fotografie dell’auto ribaltata a bordo della quale si sarebbe trovata la ragazza. Lo stesso affermano alcuni account social che sostengono di appartenere a membri della sua famiglia. E’ per questo motivo che alcune grandi testate internazionali, hanno deciso di raccontare anche quest’altra versione, in attesa di poter verificare concretamente quando accaduto.
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