Intolleranza al lattosio: cos’è il Breath Test che certifica la diagnosi

Pubblicato da Filomena Procopio

Intolleranza al lattosio: cos’è il Breath Test che certifica la diagnosi. Tutto quello che c’è da sapere sul test

Oggi vi parliamo di Breath Test e di intolleranza al lattosio: come si fa la diagnosi?

Avete crampi, coliche, mal di stomaco e non riuscite a capire il motivo perchè magari non vi capita sempre quando mangiate le stesse cose? I problemi di stomaco e intestino sono i più difficili da interpretare ed è per questo che è sempre bene rivolgersi a uno specialista. Probabilmente tra i primi consigli che vi saranno dati c’è quello di capire se si hanno delle intolleranze alimentari. Fino a qualche anno fa non si prendevano molto in considerazione le intolleranze, se non si aveva una vera e propria allergia che avrebbe potuto provocare uno shock anafilattico. Ma ormai, come di certo saprete, sin dalla nascita siamo informati sulle varie intolleranze. Oggi vi parliamo quindi dell’intolleranza al lattosio. Per diagnosticare questo genere di intolleranza si consiglia di usare un metodo semplice. Per sapere se si è intolleranti al lattosio si può fare infatti il Breath Test, il test del soffio che in sole 4 ore vi permetterà di capire se siete intolleranti al lattosio o meno.

Vi ricordiamo che essere intolleranti al lattosio non significa essere allergici, le due cose sono diverse. Come anche essere intolleranti al lattosio non significa essere intolleranti al latte.

CHI PRESCRIVE IL BREATH TEST

Il breath test viene prescritto dal medico in presenza di sintomi riconducibili a un’intolleranza o ad un malassorbimento di zuccheri normalmente assorbibili, come lattosio, sorbitolo, fruttosio o glucosio, o non assorbibili come il lattulosio e lo xilosio. Non è detto che ogni qualvolta mangiate un alimento che contiene lattosio avrete gli stessi sintomi ( che possono essere mal di stomaco, flautolenza, diarrea, crampi, difficoltà nella digestione e quindi anche reflusso).

E’ bene prepararsi perchè quando chiederete al dottore del test, vi dirà subito che c’è una procedura da seguire. Infatti per circa una quindicina di giorni che precedono il test, non si dovrà fare uso di determinati farmaci. Per cui bisogna stare molto attenti alle indicazioni che saranno date. Inoltre anche nelle ore precedenti al test si dovrà seguire una dieta specifica per evitare che il risultato del test non sia sicuro e compromesso.

IN COSA CONSISTE IL BREATH TEST E DOVE SI FA

Generalmente il breath test si fa in ospedale. Basta prenotarsi, dopo aver ricevuto la ricetta del dottore e seguire le indicazioni che verranno date dall’ospedale. Si può fare anche in centri privati. Il breath test è molto semplice: prevede l’assunzione di una dose prestabilita di un determinato zucchero (ad esempio 20 grammi di lattosio) e la successiva analisi dei gas espirati dal paziente dopo un certo periodo di tempo. Si ricerca in particolare il picco di idrogeno nell’aria espirata, la cui presenza è spia di fermentazione intestinale dello zucchero non assorbito, da parte della flora batterica del colon. Quindi in che cosa consiste il test: come dice il nome stesso, è il respiro la parte fondamentale, il soffio.

Facciamo un esempio pratico. Se vi presentate all’esame intorno alle 8 del mattino ( l’esame dura 4 ore circa), prenderete questa dose di zucchero con il lattosio. Passata una mezz’ora, sarete chiamati a soffiare in una sacca, una sorta di palloncino e il dottore analizzerà il livello di idrogeno presente. Passata un’ora soffierete per la seconda volta, e così via fino a soffiare 4 volte nella sacca.

L’ultimo indicatore vi permetterà di capire se siete intolleranti al lattosio o meno. Possono verificarsi due situazioni: le particelle di idrogeno possono comparire anche dopo il primo soffio, se si supera il numero “12” che è la soglia prevista, si è intolleranti. Si può anche fare 3 soffi senza superare la soglia ma poi arrivare all’ultimo test e vedere il numerino comparire. Per questo è importante rispettare le tempistiche.

Alla fine del test quindi, anche grazie al numero che potrete vedere, capirete direttamente se siete intolleranti al lattosio o meno. Successivamente l’ospedale vi manderà un certificato con anche una dieta consigliata da seguire spiegando in che alimenti è contenuto il lattosio ( ad esempio chi immaginerebbe che nel prosciutto c’è il lattosio).

CHE COS’E’ IL LATTOSIO

Il lattosio, zucchero caratteristico del latte e dei latticini, è un disaccaride composto dall’unione dei due monosaccaridi: glucosio e galattosio. Affinché il lattosio possa essere assorbito dai villi intestinali, tale legame dev’essere necessariamente scisso, liberando i due monosaccaridi che vengono poi assorbiti a livello digiuno-ileale (tratti intermedi e finali dell’intestino tenue). Artefice di tale evento è l’enzima lattasi, predisposto appunto alla digestione del lattosio.

QUALI ALIMENTI CONTENGONO IL LATTOSIO

Il lattosio purtroppo è presente in tantissimi alimenti che nulla hanno a che fare con il latte o con il burro e altri derivati. Lo possiamo trovare nella carne confezionata, nei salumi, nel pane. Bisogna sempre leggere con attenzione la lista degli ingredienti di un prodotto. All’inizio cvi potrà anche sembrare complicato, poi farete l’abitudine.

 E paradossalmente ci sono anche dei formaggi che non contengono il lattosio. Ad esempio il parmigiano, uno dei simboli della gastronomia italiana, grazie al lungo processo di stagionatura si presenta libero da lattosio. Non il parmigiano grattugiato fresco, facciamo attenzione. Deve infatti avere la stagionatura di almeno 36 mesi. Allo stesso modo anche briestracchinotaleggiofontina e provolone ne contengono quantità così modeste da non provocare, generalmente, alcun disturbo. E infatti nelle diete per chi ha questo genere di intolleranza sono molto consigliati. Nella prima fase però, quella di purificazione dopo la scoperta dell’intolleranza, p sicuramente meglio evitare tutto questo genere di prodotti.

Invece, i formaggi con maggior concentrazione di lattosio sono: la ricotta, i fiocchi di formaggio magro, la mozzarella (di vacca e di bufala), la crescenza, la robiola, l’emmenthal e i cosiddetti “formaggini”.

Altri alimenti particolarmente indigesti sono il latte di vacca (sia intero che scremato), di pecora e di capra, la panna da cucina, il gelato e il cioccolato al latte.

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Filomena Procopio

Redattrice web per passione e per lavoro. Una grande storia d'amore con il mondo della scrittura online che non è mai finita! Dal mondo dello spettacolo, al gossip, allo sport: tutto fa notizia!

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