Gravidanza e parto cesareo: lo studio per ridurre il rischio emorragia

Pubblicato da Benedetta Calasso

Emorragia dopo il parto cesareo, arriva lo studio di esperti americani che, con due strategie, riduce il rischio per le donne che diventano madri

La gravidanza ed, in particolare, il parto, per una donna che sta per diventare madre, dovrebbe essere il momento più bello di tutta la vita. Eppure non sempre è così. Durante il parto, infatti, le complicazioni purtroppo possono essere tante ed una di queste è l’emorragia. L’emorragia post partum è una delle situazioni che più spaventa le neo-mamme o le donne che stanno per dare alla luce il proprio bambino. Si tratta di una delle cause più comuni di morte dopo aver partorito e può accedere sia con il parto naturale che con il parto cesareo. Con il parto cesareo c’è da dire che il rischio è decisamente più elevato rispetto a quello naturale.

Ci sono chiaramente delle motivazioni relative: la non contrazione dell’utero dopo la rimozione della placenta, la non compressione dei vasi sanguigni legati alla placenta… Uno studio recente però ha dimostrato che ci sono delle soluzioni che aiutano a ridurre il rischio di emorragia nel parto cesareo. Una svolta davvero molto importante. Scopriamo che cosa è stato scoperto dagli esperti.

Che cosa è stato scoperto

Un gruppo di ricerca di studiosi americani guidato da anestesiologi, ostetrici ed altri esperti di medicina perinatale della prestigiosa Università di Stanford, coordinati dai professori James Xie e Jessica Ansari, ha proposto due soluzioni che sono in grado di ridurre il rischio di emorragia post parto cesareo. Come? Con l’infusione di un farmaco che aiuta l’utero a contrarsi, quindi il cloruro di calcio, ed un sistema di allerta precoce capace di dare una valutazione immediata lo stato della contrazione dell’utero. I ricercatori dunque, hanno studiato l’effetto del cloruro di sodio e del sistema di allerta precoce in questo specifico caso. C’è da dire che esistono già dei farmaci che servono per favorire la contrazione quali l’ossitocina, per esempio. Alcuni di questi farmaci specifici però necessitano di refrigerazione e non riescono a garantire la stessa efficacia del cloruro di sodio e non sono economici allo stesso modo.

Inoltre, tornando allo studio si è scoperto anche che il cloruro di sodio riduce l’emorragia di circa 200 ml in media. La ricerca è stata fatta su 120 donne. Nelle donne trattate con il cloruro di sodio, solo il 40% ha avuto emorragia dopo il cesareo rispetto al 57% che invece erano state trattate con placebo. Queste ultime per il 15% hanno avuto bisogno di una trasfusione di sangue. Le donne trattate con il cloruro di sodio, invece, ne hanno avuto bisogno solo per l’8,3%.

Per quanto riguarda il sistema di allerta precoce poi, gli esperti americani hanno lavorato ad una strategia che è stata basata su una rapida valutazione del tono uterino da parte dell’ostetrico su richiesta dall’anestesista, due minuti dopo il parto cesareo. In questo caso lo specialista deve dare una valutazione che va da 1 a 10. Specificando che i valori inferiori al 6 indicano una contrazione non sufficiente. Questo vale a dire che la donna si trova a rischio emorragia. Con lo specifico sistema si può quindi avvisare il team medico facilmente, in modo da poter intervenire in maniera tempestiva con i farmaci o le trasfusioni.

Informazioni sull'autore

Benedetta Calasso

Da sempre appassionata di musica, scrittura, spettacolo, fotografia e social ma non solo. Sono laureata in Scienze della Comunicazione. Scrivo articoli in giro per il web ma alla fine mi sono ritrovata anche tra gli scaffali delle librerie.