Non dare per scontato che fare cruciverba possa essere automaticamente di ausilio per la massa cerebrale. I risultati di alcune analisi apposite svelano come stanno davvero le cose.
Fare cruciverba aiuta il cervello come tutti noi pensiamo da sempre oppure no? Se sei abituato a dilettarti con i cruciverba nel tuo tempo libero, magari non solo d’estate – quando è innegabile che le vendite delle riviste specializzate di settore fanno segnare il loro picco di copie piazzate, dalle più famose a quelle sconosciute – potrai farti una idea da solo in relazione al fatto se fare cruciverba sia una cosa che aiuta il cervello in un certo modo.

Ed oltre alle parole crociate ci sono anche gli scarti, le sciarade, gli anagrammi, i crucintarsi, il classico “unisci i puntini”, l’altrettanto classico “trova le differenze”, l’enigma poliziesco e tanti altri giochi che sono concepiti per aguzzare l’ingegno e per stimolare la creatività e lo spirito di osservazione. Tutte cose stimolanti che fanno sicuramente bene. Qual è però l’impatto effettivo di tutto ciò?
A cosa serve fare cruciverba?
I cruciverba sono diffusi in tutto il mondo, dopo la sua creazione datata 1913 sulle pagine del New York World. Da allora, in qualsiasi angolo del pianeta, non è per niente difficile riuscirsi a procurare una rivista di giochi logici con su le parole crociate e tanto altro. La cosa ha anche attirato l’attenzione di tanti neuroscienziati che hanno voluto effettivamente misurare il grado di utilità del fare cruciverba con costanza, per il benessere del cervello.
L’idea generale è che chiunque può trarre giovamento dal fare le parole crociate, anche se non in maniera automatica. La questione sfocia anche nella psicologia cognitiva, e dopo diversi studi concreti compiuti da più soggetti qualificati, si è giunti alla conclusione che impegnare la mente con cruciverba e puzzle di vario tipo possa in effetti mostrare la tendenza a favorire un temporaneo miglioramento dell’attenzione e delle capacità di elaborazione di pensiero, strategia e sintesi linguistica.

Dei ricercatori hanno dimostrato che fare le parole crociate e risolvere enigmi vari può portare a delle prestazioni migliori in test specifici della memoria visiva e dell’attenzione, rispetto a chi invece questa azione la svolge in maniera solo saltuaria o non la svolge affatto. Ma questi benefici non sono automatici, e non sono permanenti.
Quando fare cruciverba può risultare davvero utile
Cominciamo dagli effetti positivi. Il fare cruciverba potrebbe essere di aiuto per rallentare la comparsa di declino cognitivo, ma non è affatto una garanzia che questa possibilità sfavorevole non possa sorgere. Nel novero di uno stile di vita sano però il fare cruciverba può aiutare a mantenere una certa elasticità mentale, assieme all’esercizio fisico, al corretto riposo e ad una alimentazione sana. Gli esperti inseriscono in questo novero anche un vita sociale fatta di interazioni frequenti e felici.

Eppure altri studi hanno messo in luce come i segnali di protezione cognitiva tendano ad essere meno evidenti su periodi di tempo prolungati. Dipende molto dal contesto: e poi i miglioramenti apportati dal fare i cruciverba sembrano più evidenti quando alternati ad altre attività che possono essere stimolanti, come ad esempio apprendere una nuova lingua, compiere delle letture critiche, coltivare una o più capacità artistiche.
Alla luce di ciò quindi, il fare le parole crociate può risultare utile se questa cosa viene inserita nel novero di altre attività stimolanti per le capacità cognitive. Gli esperti consigliano di alternare i cruciverba a puzzle logici, giochi per potenziare la memoria, a lettura, scrittura e tanto altro.
Questo rende anche più stimolante e meno noiosa la cosa nel lungo andare. Il tutto poi migliora nel novero di un quadro di salute ottimale, sia per alimentazione che per attività fisica e riposo: bisogna evitare il cattivo riposo. Però dai cruciverba non ci sono da aspettarsi miracoli. La loro protezione dipende da una serie di abitudini.