Distrussero l’auto per dare il benvenuto a Lukaku, i tifosi della Roma voglio pagare i danni, lei rifiuta: ecco perché

Pubblicato da Benedetta Calasso

Alcuni tifosi si offrono di pagare i danni a Martina, la giovane a cui era stata distrutta l’auto regalata dalla donna per l’arrivo di Lukaku: lei rifiuta e spiega il motivo

Di sicuro ricorderete l’episodio accaduto a Roma un po’ di giorni fa. I tifosi della squadra di calcio si erano radunati presso l’aeroporto di Ciampino per poter dare il benvenuto a Romeru Lukaku. La gente era tantissima e pur di vedere il campione di calcio, le persone hanno deciso di salire sulle auto parcheggiate, arrivando a provocare danno. E’ il caso di una Fiat Panda rossa, le cui immagini hanno fatto il giro del web e dei giornali. La proprietaria della macchina è la giovane Martina che aveva spiegato che la Panda era un regalo di sua nonna, dunque molto più che una semplice auto. Martina, come chiunque altro, si sarebbe attesa il rispetto ma così non è stato. Così, dopo i danni subiti alla sua macchina, aveva deciso di inviare una pec direttamente alla Roma. Quello che è accaduto dopo ve lo raccontiamo qui di seguito.

La Roma non risponde, i tifosi sì: la storia di Martina e l’auto distrutta all’arrivo di Lukaku

Nonostante la pec, Martina ha spiegato al Corriere della Sera che nessuno del club della Roma l’ha contattata per delle scuse. Nemmeno quei tifosi che sono saliti sulla sua auto saltando e danneggiandola si sono fatti sentire. Addirittura qualcuno l’ha persino attaccata. Ma per fortuna non tutti i tifosi sono così e molti, molti di più rispetto a quelli che l’hanno offesa, hanno deciso di offrire un aiuto concreto alla giovane. Alcuni signorini, infatti, hanno deciso di contattare Martina per consegnarle del denaro in modo da riparare la Panda rossa che le era stata regalata dalla nonna. Un gesto che fa onore ai tifosi in questione ma, nonostante la ragazza abbia apprezzato, ha comunque deciso di rifiutare questo gesto generoso aiuto.

Come mai? Martina crede che non debbano essere loro a dover pagare i danni alla sua auto perché crede non sia giusto. Questi tifosi in questione non hanno fatto nulla di male, non hanno nessuna colpa. Al contrario, pensa che dovrebbero essere il veri responsabili del gesto a farlo. Oppure chi ha organizzato l’evento, evidentemente non in maniera perfetta. Eppure Martina crede che le conseguenze si sarebbero potute prevedere in quanto era abbastanza palese che i tifosi della Roma si sarebbero presentati numerosi per dare il benvenuto a Lukaku.

Il contenuto della pec di Martina alla Roma

Gentili signori, sono una delle “fortunate” vincitrici dell’Oscar dell’inciviltà, rappresentato ieri dai vostri tifosi in occasione dell’arrivo a Roma Ciampino del calciatore Lukaku. Possiamo dire che, a mia insaputa e con mia grandissima riprovazione e soprattutto rabbia, ho partecipato anch’io alla grande festa “pagana”, offrendo la mia macchina come gratuito trofeo per i grandi festeggiamenti del nuovo imperatore! Si, una festa pagana che, di cristiano non ha assolutamente nulla, come nelle migliori tradizioni imperiali romane, raffigurate da riti, giochi, ed anche tragici sacrifici… Una surreale ed ignobile manifestazione di barbarie, dove l’unico vero sacrificio è stato il mio, premiato dopo 12 ore di lavoro dalla devastazione della mia auto. Ma che importa, arrivava a Roma il grande campione, e tutti avrebbero portato in dono qualcosa di prezioso… Non era certamente nei miei piani, ma non per appartenenza a una fede calcistica diversa. Certamente ci sono le assicurazioni, ognuno si dovrà caricare necessariamente delle proprie responsabilità, ma a chi spetta quella etica e morale? Chi avrebbe dovuto garantire ancorché fuori dai perimetri societari il necessario coordinamento in sicurezza per un evento che, avrebbe sicuramente visto la partecipazione di un gran numero di persone e (come è accaduto) anche di molti facinorosi e violenti soggetti? Sicuramente come altri, mi dovrò infilare in quel ginepraio legale quasi senza fine, fatto di carte bollate privandomi magari per molto tempo anche di quel mezzo che, mi avrebbe dovuto garantire l’arrivo al lavoro ed il ritorno a casa. Vedete, questo mio grande sdegno non è volto alla ricerca di un atto di carità, di elemosina, o di ristoro economico per un odioso danno subito, ma è una precisa denuncia nei confronti di chi come appartenente ad una comunità sportiva non è riuscito (forse) ad infondere in maniera ancora più incisiva e educativa ai propri “sostenitori” quell’insieme di valori umani e di rispetto per gli altri, insieme ad una riflessione profonda sul concetto di cosa è bene o cosa è male. In ultimo, la mia piccola utilitaria era un dono di mia nonna alla quale ero molto legata affettivamente, ma questa è un’altra storia.

Informazioni sull'autore

Benedetta Calasso

Da sempre appassionata di musica, scrittura, spettacolo, fotografia e social ma non solo. Sono laureata in Scienze della Comunicazione. Scrivo articoli in giro per il web ma alla fine mi sono ritrovata anche tra gli scaffali delle librerie.