La cover del numero di settembre di Vogue Italia – realizzata dal duo Carlijn Jacobs & Imruh Asha, nel ruolo di fotografa e stylist – ritrae, per la prima volta su Vogue la giovane modella brasiliano-australiana Angelina Kendall, perfetta incarnazione della star in divenire e già avvistata sulle passerelle dei più importanti brand di moda, oltre che in diverse campagne pubblicitarie.
La scelta della cover girl per Vogue Italia non significa solo celebrare la star del momento, ma anche lanciare i talenti emergenti e svolgere un ruolo attivo nel loro sviluppo. Prima di Angelina Kendall, Sofia Coppola (dicembre 1992), Daria Werbowy (Luglio 2003), Agyness Deyn (novembre 2006), Vittoria Ceretti (luglio 2016), Maty Fall (febbraio 2020), Deva Cassel (luglio 2021) sono solo alcune dei numerosi personaggi che hanno fatto il loro folgorante debutto con una copertina di Vogue Italia.
“Quando ho conosciuto Angelina sul set di questa storia, mi hanno colpito la sua affabilità e sicurezza. Il mestiere le viene naturale. Questa immagine di copertina ci piace perché ci fa pensare che, in un mondo digitale, dalla carta “esca” ancora il nuovo – un ideale in continua evoluzione, perché figlio del proprio tempo” commenta Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content Vogue Italia.
Angelina Kendall per la prima volta su Vogue Italia
La bella Angelina ha deciso di raccontare qualche aneddoto sulla vita da modella e ha spiegato, nella sua intervista per Vogue Italia: “Pensavo che fosse un lavoro all’insegna del glam. In effetti, lo è, fino a un certo punto... Ma, dietro le quinte, ci sono molte cose che di glamours hanno ben poco. Nelle foto, la gente vede solo una modella ritratta al suo meglio e quindi tende a pensare che, in quel momento, lei stesse vivendo un’esperienza fantastica, senza considerare che, magari, aveva caldo, o stava congelando“.
Ha le idee molto chiare su chi vuole essere Angelina Kendall e racconta: “Anche se ho solo 18 anni, ho riflettuto su come mettere a frutto la mia notorietà, il fatto di avere maggiori possibilità di farmi ascoltare rispetto all’adolescente medio. Volevo diventare un medico per aiutare la gente, e mi piacerebbe scoprire se posso farlo anche senza studiare medicina. Vorrei conoscere meglio le associazioni di beneficenza che aiutano le persone con problemi di salute mentale, perché è un tema che mi appassiona“.
L’intervista completa è su Vogue Italia.