Amina Milo Kalelkyzy è stata scarcerata ed ora è libera. La 18enne leccese era stata arrestata a luglio in Kazakistan, ad Astana per la precisione, con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Sono ormai settimane e settimana che non si parla d’altro se non di questo caso. Ricorderete che gli stessi genitori di Amina avevano fatto diversi appelli. La stessa giovane si era rivolta al Ministro Tajani. Alla fine Amina è stata scarcerata. La 18enne è tornata libera ieri, 2 novembre, ed ha raccontato la sua verità per La Repubblica.
La verità di Amina Milo Kalelkyzy
“Sono stati giorni molto duri e difficili, ma ho sempre pensato che prima o poi sarei tornata in libertà, anche se non è stato semplice. Adesso sto bene, finalmente. Voglio soltanto tornare a casa e godermi la libertà” sono state queste le prime parole di Amina Milo Kalelkyzy dopo la scarcerazione. Nonostante tutto quello che è successo la giovane leccese ha spiegato di non aver capito nulla di tutta questa storia crede che non la capirà mai. Sicuramente non potrà mai dimenticare tutti questi mesi trascorsi in carcere, mentre era da sola nella cella: “L’esperienza dietro le sbarre mi ha sfiancato. Dovevo rispettare tante regole e se non lo facevo venivo sgridata. Nel complesso mi hanno comunque rispettato e trattato bene, ma ero sempre triste”.
Prima di arrivare in carcere, Amina è stata reclusa in un appartamento per 16 giorni e di tutta quest’esperienza, la parte più difficile per lei è stata proprio quella. Nel corso dell’intervista, la 18enne ha raccontato di aver ricevuto delle pressioni da parte della polizia, sia psicologiche che fisiche. Amina ha spiegato di aver cercato di ribellarsi alla situazione ma non aveva nessuna possibilità di potersi muovere. “Gli agenti continuavano a ripetermi che prima o poi sarei finita in carcere, così come poi effettivamente è stato” ha così affermato.
Il grazie di Amina Milo Kalelkyzy
Amina ha ringraziato chi di dovere: “Grazie al ministro Antonio Tajani e al governo. È merito loro e della diplomazia italiana se oggi possiamo gioire per la mia liberazione. Non posso, non voglio dimenticare tutte le persone, parlamentari della mia terra e cittadini, che ci sono state vicine in questi 113 giorni. Ma un grazie speciale mi sento di rivolgerlo alle nostre mediatrici che hanno fatto da collante tra il Salento, Roma e il Kazakistan. E voglio ringraziare anche la stampa, i giornali, le tv per quanto fatto. La mia felicità è merito di tutti”.